Elso Simone Serpentini

 

Journal of Modern Italian Studies (2013) 18. 1

Maurice Mauviel e Elso Simone Serpentini (2009) Enrico Sappia: Cospiratore e agente segreto di Mazzini (Mosciano Sant’Angelo (TE): Artemia Edizioni), 545 pp. ISBN 978889592, Euro 25, copertina leggera. [Scarica qui il pdf dell'articolo originale in inglese]

 

Con la morte di Salvo Mastellone nel gennaio 2012 all’età di 91 anni, l’Italia ha perso uno dei più importanti studiosi di Mazzini. Il suo Mazzini scrittore politico in inglese: Democrazia in Europa 1840-1835 (2004) merita uno speciale riconoscimento come un lavoro esemplare di storia intellettuale e politica. In tutti i suoi scritti su Mazzini, Mastellone lo ha presentato come un protagonista della democrazia europea, un punto di vista condiviso da Stefano Recchia e Nadia Urbinati nel loro celebrativo Un cosmopolitismo di nazioni: Scritti di Giuseppe Mazzini su democrazia, costruzione nazionale e relazioni internazionali (2009). Con la fine della guerra fredda, la crisi del comunismo e lo sviluppo dell’Unione Europea lungo le linee di associazione nazionale in accordo con lo spirito delle speranze e delle previsioni di Mazzini, questi è sembrato avere la meglio sul suo principale e odiatissimo rivale di sinistra, Carlo Marx. Attraverso il lavoro di studiosi come Mastellone, Recchia e Urbinati, le sue idee riguardo il nazionalismo e la democrazia hanno acquistato un rinnovato valore.

L’eredità mazziniana sta non solo nelle sue pubblicazioni, ma anche nella sua personale influenza che come leader carismatico ha esercitato su colleghi, seguaci e segmenti politicamente o intellettualmente significativi della società. Maurice Mauviel ed Elso Simone Serpentini presentano la loro biografia di Enrico Sappia come studio di un caso dell’influenza di Mazzini.

Poco si sa sul retroterra famigliare di Sappia. Nato a Nizza (oggi Nice) nel 1833, egli completò i suoi studi all’età di quindici anni e si avviò verso una vita avventurosa. A sedici anni, nel 1849, fu testimone della proclamazione della Repubblica Romana. Cominciò allora la sua carriere come agente di Mazzini. Tuttavia nel caso di Sappia l’attribuzione di questo ruolo professionale presenta notevoli incertezze. Tra misteriose assegnazioni di compiti in varie parti d’Europa, egli concepì un piano nel 1850, all’insaputa di Mazzini, per assassinare il re di Napoli, Ferdinando II. Mastellome esamina questo periodo con la sua consueta esattezza in Mazzini Scrittore politico in inglese e non fa menzione di Sappia né del piano per assassinare Ferdinando. Il piano fallì a causa di un’indiscrezione di Sappia ed egli passò i successivi quattro anni nelle prigioni napoletane.

A questo punto della storia, Mauviel e Serpentini introducono il loro tema principale: il dibattito sulle principali fonti e della letteratura accademica sul significato storico di Sappia. Essi fanno una vigorosa difesa di Sappia contro le accuse, principalmente di Marco Antonio Canini in briciole di storia (1882) e di Edmondo Cione in Il paradiso dei diavoli (1949). I critici si Sappia, passati e presenti, lo hanno considerato come un semifolle e moralmente fallito auto-promotore i cui collegamenti con Mazzini appartenevano al regno della fantasia quando non implicavano un completo tradimento. Per Canini e Cione, così come per molti altri autori, seguaci di Mazzini cone Sappia hanno portato disonore e disgrazia alla sua causa.

Nella loro confutazione, Mauviel e Serpentini riconoscono la carenza di documentazione per molta parte della vita di Sappia, specialmente nel periodo mazziniano. Dal loro libro emerge un quadro assai chiaro di Sappia come cospiratore e agente segreto di Mazzini. Egli militò nell’esercito piemontese nel 1950, con l’intento di diffondere le idee di Mazzini fra le truppe, gli autori spiegano nelle loro ricerche come accuse di omosessualità contro di lui possono aver compromesso la sua missione. Nel il periodo immediatamente successivo egli si congedò dall’esercito e non esiste alcuna certa documentazione. Gli autori questa lacuna con una discussione su ciò che non sappiamo della vita di Sappia durante il Risorgimento e con una presentazione di contrastanti ipotesi su ciò che può essere accaduto nella sua vita in quel periodo. Se abbia combattuto con Garibaldi durante il Risorgimento e il post Risorgimento non può essere né affermato né escluso. Gli autori non tracciano giudizi conclusivi nemmeno sulla questione se egli fosse sposato o avesse dei figli. Espressioni interrogative abbondano nel libro.

Sebbene i fatti certi riguardo Sappia siano pochi, gli autori cercano di portare avanti la loro accurata biografia tra vaste lacune fatti storicamente accertati. Essi esaminano anche meticolosamente i suoi restanti scritti, sempre in stridente opposizione con i suoi detrattori. Per esempio, al contrario delle valutazioni denigratorie di Canini e Cione, essi spiegano che il suo libro Mazzini, Storia delle cospirazioni mazziniane (1869) merita di essere considerato come una fonte principale di quel periodo. Il fatto che questo libro non sia stato citato coma una fonte storica dal 1895 lo attribuiscono ad una indispettita e immeritata campagna di denigrazione contro l’autore.

Lavorando come giornalista a Parigi all’epoca della Comune, Sappia continuò ad aderire al repubblicanesimo di Mazzini. Come Mazzini, egli respinse la Comune con un passo falso per la sinistra. Il rifiuto della Comune parigina di Mazzini si risolse in una quasi totale eclisse della sua influenza sulla sinistra rivoluzionaria. Egli morì poco dopo, ma i suoi seguaci dovettero sopportare l’odio e il disprezzo di anarchici, comunisti e di quanti continuarono a credere nel conflitto di classe e nella rivoluzione. Sappia dovette sopportare un ulteriore oltraggio. Fu sospettato di essere stato una spia del governo francese e poi dell’esercito prussiano. Nel loro tentativo di riabilitazione della sua reputazione, Mauviel e Serpentini respingono questi sospetti, pur ammettendo che le ambiguità e le lacune della documentazione storica non consentono un’assoluta certezza sulla condotta di Sappia a Parigi.

A pagina 219 di questo libro di 548 pagine, si legge che dopo la Comune il ruolo di Sappia come cospiratore si concluse per sempre. Il resto del libro tratta la sua successiva carriera di giornalista, insegnante e storico. Egli si mosse nei circoli massonici ed entrò in collegamento con personaggi politici locali e maggiorenti, inizialmente nel Sud dell’Italia prima di ritornare nella sua nativa Nizza. Mauviel e Serpentini attribuiscono molta importanza al suo lavoro di giornalista e di storico locale. Come insegnante nelle scuole superiori egli affascinava gli studenti con la sua aria di vecchio rivoluzionario. A Nizza fondò Nice historique, una delle sue pubblicazioni di maggiore successo. In questo giornale cercava di ricostruire il passato storico della città. L’Accademia Nissarda, fondata nel 1904 come supporto organizzativo del giornale, lo ebbe come suo segretario, incarico che egli ricoprì fino alla sua morte, avvenuta due anni dopo.

Gli studiosi di Mazzini continuano ad ignorare Sappia, si lamentano Mauviel e Serpentini. Mazzini stesso negò che Sappia fosse uno dei suoi agenti, forse, spiegano gli autori, per proteggerlo dalle persecuzioni. In ogni caso, la scarsità della documentazione riguardo al periodo 1856-66 della sua vita diminuisce le possibilità che Sappia possa essere considerato come una delle maggiori figure della storia del mazzinianesimo. Egli emerge al contrario con una figura minore e ancora soggetto a controversie. Mauviel e Serpentini si sono aggiunti alla controversia, ma non la risolvono. Il loro libro deve essere apprezzato per l’interpretazione alternativa di una tanto disprezzata figura del Risorgimento e del post Risorgimento, ma soprattutto per le rare fotografie di Sappia e per il brulicante insieme di personaggi che vanno e vengono nella sua bizzarra vita.

 

Richard Drake

Università del Montana

   

  

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