Autopsia di un amore
(Il processo D'Andrea - 1895)

La Corte
Processi celebri teramani
Collana a cura di Elso Simone Serpentini

 
 

"Carissimo Gustavo"

 

Si sentiva il cuore in tempesta. Ne avvertiva i battiti, ad uno ad uno. E ciascuno la scuoteva in tutta la persona, dandole un fremito. Si sentiva un piccolo passero spaurito, incapace di pensare ad altro. Era come se tutta la sua energia le servisse, ogni giorno di più, ogni ora di più, per fronteggiare la forza oscura e irresistibile che la ostacolava nel suo volo verso la libertà.

     Da quando aveva conosciuto Gustavo, Elisa non riusciva a pensare ad altro. Non c’erano più per lei il sole, la terra, il cielo e il mare che amava da bambina. Erano perduti, lontani nei ricordi.

     Prese la penna e vergò alcune frasi, dando voce ai suoi sentimenti più intimi. Compose frasi e parole così come gliele dettava il cuore. Elisa era e si sentiva, ormai, una donna perdutamente innamorata. La sua mano scrisse, tremando di emozione, fermandosi quasi ad ogni parola, per cercare quella più adatta a dare forma e sostanza al suo sentimento, così impetuoso.

"Carissimo Gustavo

     Rispondo alla tua cara lettera ove ti accerto che io non rifiuto il tuo amore ma ti raccomando di non palesarti tanto con le persone perché potrebbe andare all’orecchio di mio fratello e poi io mi troverei con molte angustie. Mi devi scusare se ho trascurato a risponderti perchè non ci ho avuto tempo. Caro Gustavo, siamo secreti nel nostro amore che io ti vorrò sempre bene ma ti voglio dire che il nostro amore non deve andare tanto alla lungo. Addio mio caro Gustavo ti saluto sono per sempre la tua cara sposa.

     Elisa B."

La povera Rosina Braga

     Chi, come e perché uccise la povera Rosina Braga, togliendole la vita nel fiore degli anni, appena ventenne? Chi infranse per sempre i suoi sogni e chiuse i suoi occhi per l'eternità? Chi spense il suo sorriso e pose termine alla sua scan-zonata spensieratezza? Quale mostro armò la mano del 22enne Gustavo D’Andrea, di Nicola, falegname? Perché quel giorno, l’ 11 marzo del 1895, la città di Teramo fu all’improvviso scossa dalle voci di quell’orribile fatto di sangue che si era consumato poco prima in borgata Vezzola?

     La storia è lunga da raccontare e difficile da spiegare. E’ arduo capire come il cuore di un giovane possa essere preso da una passione tanto devastante, tanto invadente, da scuotergli l’animo e indurlo a rivolgere il proprio istinto di dominio e di violenza, nutrito dall’amaro alimento della gelosia, contro la sorella della propria amata e anche contro il corpo indifeso della donna venerata. Basta una spiegazione semplice per comprendere come possa una giovinetta vedersi la vita sconvolta da un amore senza colpa? E fu poi, "senza colpa", l’amore di Elisa per Gustavo?

    I teramani si raccontarono l’un all’altro che Gustavo D’Andrea, invaghitosi della fanciulla Elisa Braga, diciassettenne, originaria di Giulianova, che aveva seguito la sua famiglia a Teramo, dove suo padre aveva trovato lavoro, aveva preso a considerare la propria vita come un "prolungamento" di quella passione.

     E si raccontarono che Elisa, presa anch’essa da un amore sconvolgente per quel giovane che diceva di non vivere più che per lei, gli si era data, in spirito, non nel corpo, tanto da considerarsi ormai come "cosa sua".

La "sua" Elisa

"Teramo 30 maggio 1892

Carissimo sposo,

Rispondo alla tua cara lettera ove ti fo conoscere che io ti voglio proprio bene e ti porto un amore che tu non puoi credere, vorrei rapire il mio cuore e vedere quanto bene si è trafitto. Caro sposo se tu sarai realmente di parola ti amerò più di mio padre, tu mi dici che le donne non sono segrete, ma io ci sono abbastanza, mi palesai con Graziella perchè mi fece la risposta che io non sono mai libera. Amato mio caro, con le guardie io non più che fare e riguardo a come dici tu che Annunziata a raccontato ciò a Luisetta non ci tener dubbio perchè non è stata bensì la bambina ossia la figlia di Luisetta perchè vede sempre venire qui Annina ora dice che quella è la ruffiana. Riguardo al rimprovero che dici che io sono svanitella non è vero perchè io sono libera con tutti Addio mio caro sposo ti saluto e sono la tua

affma sposa

Elisa B."

L'amore di Elisa per Gustavo

L’amore di Elisa per Gustavo era tenero e trepidante. L’amore di Gustavo per Elisa era geloso, prepotente, imperioso, devastante. Era "disperato". Tanto che la sorella di Elisa, che aveva due anni più di lei ed era più giudiziosa, aveva cominciato a chiamare quel giovane che passava intere mezze giornate sotto il balcone della sorella, "disperatone". I magistrati che giudicarono Gustavo per il suo delitto dissero che Elisa aveva nutrito per il "suo" Gustavo più timore che amore. Ma era vero? Era vero che Elisa più che amare, temeva il "suo" Gustavo? Era vero che quell'amore si era nutrito di paura, di soggezione, di incapacità a ribellarsi ad un dominio? Era vero che quella passione non era stata che sottomissione?

"Teramo 1 Luglio 1892

Carissimo Gustavo

Rispondo alla tua lettera ove ti fo ben conoscere tutto il mio affetto che per te io sto sempre travagliata ma per l’amore che ti porto, le ingiurie e le minacce non mi passano nè anche per la pelle. Caro Gustavo, io non fo altro che a te pensare e quando la mattina la bambina per capricci non vuol venire a scuola mi viene una rabbia che la prenderei per i capelli e trascinarla come un gatto, perchè non posso far contento a te ossia parlare un po’ del nostro amore. Speriamo da Dio che i nostri cuori si accontenteranno e godere sempre con felicità. Amato mio caro, io t’amo pur sinceramente, e quando mia madre o Luisetta mi ingiuriano per te, il mio cuore palpita perchè mi passa per tutta la mia vita un corso di sangue ardente che non si può calmare

Addio ti saluto e sono per sempre la

tua affma

        Elisa B."

 

* Riportiamo l'incipit del libro, volume n. 23 della Collana "Processi celebri teramani". 

 

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