La notte tra il 18 e il 19 gennaio 1956 un uomo con il cappotto scuro, senza cappello, viene visto uscire furtivamente dall'abitazione di Anna Gambacorta, in Via Getulio 8, a Teramo, subito dopo che si sono sentite strazianti grida femminili e un rumore di vetri infranti. Il racconto di due testimoni e l'apporto di conoscenze di alcune delle "donnine allegre" della via pił malfamata della cittą consentono l'individuazione e l'arresto del colpevole, che confessa, ma fornisce tante contrastanti versioni, tra cui una chiamata di correitą a carico di un presunto mandante del delitto.

 

La successiva ritrattazione e l'apparente inconsistenza delle altre casuali addotte, contraddette da alcune risultanze processuali, fanno del delitto di via Getulio un "caso", in cui mancano due dei tre elementi che caratterizzano la conclusione di un'indagine: il rinvenimento dell'arma del delitto e la certezza di un movente.

 

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