Giustino Serpentini
Giustino
Serpentini,
figlio di Simone,
nato a Castagneto l’11 giugno 1914, era
arruolato nel 75°
Reggimento di fanteria del Regio Esercito, in organico alla 54a
divisione “Napoli”, il cui motto era: “Ignis in Corde”, cioè “Fuoco
nel cuore”.
Nell'estate del 1943, alle porte dello sbarco in Sicilia
degli anglo-americani, il reggimento era schierato sui
Monti Iblei, vasto tavolato che occupava l'intera punta
sud-orientale dell'isola, dal mar Ionio al mare di
Sicilia e che ha avuto origine dalla sovrapposizione di
più strati di sedimenti calcarei. Il 75°, con comando a
Palazzolo Acreide, aveva il compito di agire a
protezione della piazzaforte di Augusta-Siracusa e,
eventualmente, verso la piana di Gela, contrattaccando
le teste di sbarco nemiche. Il colonnello Francesco
Ronco, comandante del 75°, per svolgere il suo compito
aveva a disposizione una forza organica di 3.279 uomini,
suddivisi in un comando e compagnia comando, 3
battaglioni di fucilieri, 3 compagnie fucilieri, e una
compagnia armi d'accompagnamento e c/c), una compagnia
zappatori ed una cannoni c/c da 47/32. Il giorno dello
sbarco gli erano stati messi a disposizione anche il
gruppo mobile “D”, i gruppi artiglieria X e XVI da
105/2811, la compagnia cannoni divisionale da 47/3222,
la 354a batteria a/a da 20 mm e il 54° battaglione
mortai. Il colonnello Ronco disponeva complessivamente
di circa cinquemila uomini, di cui molti logorati dalla
campagna di Russia con gli arti piagati per i
congelamenti, altri malarici o scabbiosi, dal morale
basso per la situazione generale più che precaria, dal
vestiario e dall'equipaggiamento in cattive condizioni,
dall'armamento nettamente inferiore al nemico, dal
pessimo e insufficiente vitto, dai continui
bombardamenti aerei. Le armi a disposizione (oltre a
quelle portatili) erano 18 carri armati da 10 tonnellate
(residuati bellici francesi), 16 vecchi cannoni
risalenti al 1913 privi di proiettili perforanti
(indispensabili per il tiro controcarro), una ventina di
cannoni controcarro da 47/32 (inefficaci contro i carri
da 30 tonnellate americani), mortai da 81 e da 45,
mitragliere da 20mm per il tiro antiaereo e
mitragliatrici Breda e Fiat da 8 mm. Gli unici pezzi
moderni erano i quattro obici 75/1833 del gruppo mobile
“D”. |
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