Nuovo sonetto per Teramo
(dopo 120 anni)
Centovent’anni non ti han cambiata,
i tuoi figli son sempre più minchioni,
ogni speranza del tutto abbandonata,
governati da servi diventati padroni.
Rimasta neghittosa, egoista e scissa,
in te alligna sempre ogni malafede,
ogni dibattito in te diventa rissa,
sì che nulla di buono si intravede.
Sei stata domata, vinta, distrutta,
e ormai da tempo più non ti ribelli,
devastata, sei ormai corrosa tutta.
Non ti scuoti più, tu rimani inerte;
i tuoi vizi son rimasti sempre quelli
le tue virtù sono ormai ferite aperte.
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