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(In forma di versi)
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Nuovo sonetto per Teramo
Centovent’anni non ti han cambiata, i tuoi figli son sempre più minchioni, ogni speranza del tutto abbandonata, governati da servi diventati padroni.
Rimasta neghittosa, egoista e scissa, in te alligna sempre ogni malafede, ogni dibattito in te diventa rissa, sì che nulla di buono si intravede.
Sei stata domata, vinta, distrutta, e ormai da tempo più non ti ribelli, devastata, sei ormai corrosa tutta.
Non ti scuoti più, tu rimani inerte; i tuoi vizi son rimasti sempre quelli le tue virtù sono ormai ferite aperte. |
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