LA CITTA' DEI RICORDI

di Elso Simone Serpentini

Raoul Brandt, "il colonnello" allenatore di calcio

 

   Per tutti era "il colonnello". Arrivò a Teramo a metà del 1930 che aveva 43 anni, essendo nato a Civitavecchia il 4 agosto 1887. Era tenente colonnello in aspettativa, in servizio nel corpo dei bersaglieri dal 5 novembre 1908 al 24 ottobre 1925. Aveva preso parte alla prima guerra mondiale, dal primo giorno, 14 maggio 1915, all'ultimo, 4 novembre 1918, meritandosi la medaglie d'argento al valor militare, la croce di guerra, e la medaglia commemorativa consegnata a ciascun combattente. I suoi genitori, suo padre Luigi e sua madre Maria De' Perais, erano entrambi morti. Nonostante il suo nome e cognome tedeschi, era italianissimo, forte tempra e carattere di ferro. Il suo incarico di segretario provinciale della Federazione Combattenti gli dava molto prestigio, l'iscrizione al Partito Nazionale Fascista risalente al 17 febbraio 1926, lo rendeva un personaggio perfettamente allineato al regime, essendo anche cavaliere ufficiale della Corona d'Italia.

    Quell'anno c'era un grande fermento a Teramo in campo sportivo. Dopo un campionato 1929-30 iniziato bene dalla Associazione Sportiva Teramo nella Terza Divisione Marche-Abruzzo e conclusosi con una delusione, con una inchiesta amministrativa e con lo scioglimento della società, si cercava di costituire un'altra sociètà per prendere parte al campionato di Seconda Divisione Marche-Umbria-Abruzzo si sperava che la Società per l'Educazione Fisica e Sport "Gran Sasso d'Italia", già impegnata in diverse discipline sportive, formasse una sezione calcistica e allestisse una nuova squadra.

 

    Il Presidente delle Società, on. Vincenzo Savini, appoggiato al consiglio direttivo, riuscì a costituirla, affidandola non ad un ex militare, come tutte le altre sezioni, ma ad un ragioniere, Amilcare Sciarretta. Poi, però, verso la fine di ottobre, si decise di sostituire quest'ultimo alla guida della sezione calcio con un ex militare, il tenente colonnello Raoul Brand, il quale si disse anche disposto ad allestire la squadra e ad assumerne la guida tecnica in campionato come allenatore.  La sua offerta venne accettata, anche perché mentre l'ungherese Halmos, allenatore della stagione precedente era costata una barca di soldi, Brandt si offrì di allenare la squadra senza alcun compenso, essendo non un professionista, ma un dilettante, sia pure appassionato e tecnico di calcio, dalle idee abbastanza pregevoli sul piano tattico. Il "colonnello" riuscì a ingaggiare il portiere della stagione precedente, Vittorio Gaiani, due ottimi nuovi terzini, Scarpa e De Amicis, faticò non poco per costituire una buona linea mediana e alla fine di puntare come centro-sostegno sul nuovo acquisto maggiori, di confermare a laterale Ritelli e di spostare sull'altro lato Massacesi. Confermata la parte destra dell'attacco, con l'altro dei fratelli Gaiani come mezzala e Taffoni come ala, come centravanti puntò sul nuovo acquisto Di Matteo e completò il fronte sinistro della linea avanzata con la mezzala Sorge e con l'ala Faiazza. La squadra era fatta e partì alla grande. In precampionato batté in casa la Pro Calcio Modena 2-1 domenica 21 settembre 1930, la domenica successiva, 28 settembre, sempre in casa la Sambenettese per 6-0 e domenica 12 ottobre l'Adriatica di Porto Recanati per 7-0.  Tre partite vinte,15 goal fatti e 1 solo subito erano un bottino eccellente e "il colonnello" diventò l'idolo dei tifosi calcistici teramani, contenti che la squadra avesse abbandonato i colori giallorossi per quelli biancorossi.

     Anche il campionato cominciò ottimamente, con una larga vittoria casalinga sulla squadra Tiferno (4-1), domenica 26 ottobre 1930, e un'altra vittoria casalinga nella seconda giornata, 3-0 contro la Fermana. Alla quinta giornata di campionato la squadra del "colonnello" era prima in classifica e all'ultima giornata terminò seconda, superata solo dalla Emilio Bianchi di Ancona. Era un ottimo risultato, ma i tifosi rimasero delusi e ci furono polemiche, arrivarono una crisi e lo scioglimento della società. Ci volle molto tempo per tornare ad allestire una nuova formazione, grazie ad una difficile ricostituzione societaria. Ma l'epoca del "colonnello" Brandt non era finita. Domenica 28 febbraio 1932, quando si incontrarono sul terreno del Comunale teramano una squadra della Gran Sasso e una di Veterani del calcio, l'allenatore della Gran Sasso fu una vecchia gloria del calcio nazionale, Mattuteia, ma arbitro fu il "colonnello", Raoul Brandt. L'incontro terminò 4-4.

     Raoul Brandt, uomo di grande cultura, avendo conseguito la licenza liceale nel 1906 e avendo frequentato la facoltà di ingegneria per due anni, fino al 1908, mutilato di guerra, sposato dal 1921, padre di una figlia a cui aveva dato il nome di Diana, se ne tornò prima a Fiumicino, da dove era partito trasferendosi a Teramo, con in tasca la tessera fascista della Federazione di Teramo, che aveva sostituito la tessera del Partito Nazionalista, che aveva avuto fino al febbraio del 1926, si trasferì ad Adamo di Addis Abeba, in Africa Orientale, da dove nel maggio del 1934 chiese il trasferimento da Teramo della sua iscrizione al P.N.F. Non gli fu concesso prima che avesse, su richiesta del vice segretario politico della Federazione teramana, ing. Leonardo Pannella (padre di Marco Pannella), prima che avesse versato le quote di iscrizione non pagate al Fascio teramano, ammontanti a 694 lire e relative agli anni dal 1932 al 1937, quindi comprendenti anche quelli in cui non era residente a Teramo.

     Grande personaggio il "colonnello" Raoul Brandt, mancato ingegnere, combattente, eroe di guerra, allenatore di calcio e finito chissà dove e chissà quando dopo il suo trasferimento in Africa Orientale.

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