LA CITTA' DEI RICORDI

di Elso Simone Serpentini

Dopo la "prima" l'arresto in teatro

 

La sera di domenica 2 settembre 1792 al Teatro Corradi fece il suo esordio la nuova compagnia teatrale dell’impresario Giuseppe Pozzi. Desideroso di spostarsi a Teramo dall’Aquila, dopo essersi liberato di alcuni elementi della sua compagnia, il Pozzi aveva invano tentato di ingaggiare la celebre e rinomata Dorotea Monti. Aveva ritardato troppo il suo arrivo a Teramo, così la Monti, che non aveva potuto né voluto attenderlo ancora, era partita.  Aveva faticato a trovare una nuova prima donna, ma alla fine ci era riuscito e così, finalmente, potè proporre la sua prima rappresentazione agli spettatori teramani. Toccò a Violante Dorelli tentare di far dimenticare la Monti. All’inizio il pubblico, nostalgico della Monti, non dimenticata, fu piuttosto freddo, ma alla fine si lasciò trascinare. Il marito di Violante, Luigi Ceccoli, maestro di cappella e suonatore di cembalo, ingaggiato anche lui dal Pozzi, si fece ugualmente apprezzare.

     Tutto bene, dunque. Ma… subito dopo la fine della rappresentazione teatrale si presentò nei camerini la polizia e i due coniugi Ceccoli, Luigi e Donna Violante, furono arrestati. Che cosa era avvenuto? I due furono avvisati che un impresario di Chieti, Francesco Nicastro, li aveva denunciati al Preside della Provincia di Chieti, accusandoli di aver ricevuto da lui del denaro, dopo aver firmato un regolare contratto, e poi erano fuggiti, nottetempo, mentre la compagnia si stava spostando da Penne a Lanciano, passando nella compagnia del Pozzi.

   Il contratto, che aveva esibito all’atto della presentazione della denuncia, risultava stipulato il 22 luglio di quello stesso anno davanti al Notaio Ignazio De Berardinis di Chieti. Esso imponeva ai due coniugi Ceccoli l’obbligo, fino al Carnevale del 1793, di seguire la compagnia del Nicastro in qualunque piazza d’Abruzzo ove essa avrebbe dovuto tenere recite. Il denaro anticipato dal Nicastro era stato di ben 20 ducati e gli altri 60 previsti dal contratto sarebbero stati versati ratealmente entro il termine di sette mesi.   

 

 

Sciantosa, tecnica mista su tela di Ena Villani

    La fuga dei coniugi Ceccoli, aveva denunciato il Nicastro, era avvenuto nella notte tra il 29 e il 30 agosto. Il procuratore del Nicastro, Dott. Tibaldo Mezzucchi, fece ferro e fuoco, chiedendo il sequestro dei beni dei due denunciati, la restituzione delle somme versate e un congruo risarcimento dei danni. Fu presentata una denuncia anche contro Giuseppe Pozzi, accusato di aver "sedotto" Luigi Ceccoli e Violante Dorelli per accoglierli nella propria compagnia. Per colpa sua e dei due coniugi Ceccoli, la sua compagnia, con venti professori d’orchestra, se ne stava a Lanciano, senza poter andare in scena. La decisione dell’autorità di polizia fece andare su tutte le furie il Nicastro. Essa, infatti, imponeva a Luigi Ceccoli di tornare nella compagnia del Nicastro e dava a Violante Dorelli la libertà di andarvi o di non andarvi. Il Nicastro protestò furiosamente contro la decisione. Che se ne faceva di un maestro di cappella, ché se ne trovavano quanti se ne volevano? Quella che gli necessitava assolutamente era Violante Dorelli-Ceccoli, considerata la scarsità di prime donne, tutte sottoposte ad assiduo corteggiamento da parte degli impresari.

     Il Nicastro si appellò contro la decisione, ma anche Violante Dorelli-Ceccoli avanzò un’istanza al Preside della Provincia di Teramo. Ella era tutt’altro che tenera nei confronti del Nicastro, affermando che non c’era alcun obbligo suo o del marito di tornare nella sua compagnia. Entrambi avevano stipulato un contratto con Giuseppe Pozzi, che risaliva al 6 febbraio ed era valido a tutto il Carnevale 1793. Era stato stipulato a Lanciano davanti al Notaio Tiberio Bracciola e a due testimoni. Era del tutto regolare. La situazione si ingarbugliava. Se c’era questo contratto, stipulato in data precedente, come mai ne esisteva un altro, stipulato in data successiva con il Nicastro, nella cui compagnia i due coniugi Ceccoli erano rimasti fino alla notte del 29 agosto? E come mai, se c’era questo contratto con Violante Dorelli, il Pozzi aveva tanto insistito per avere nella sua compagnia Dorotea Monti?

     Il Pozzi dichiarò che aveva tentato di avere la Monti perché non era sicuro che Violante Dorelli rispettasse il suo impegno. Quest’ultima dichiarò che sì, era vero che aveva fatto qualche recita nella compagnia Nicastro, ma era stata autorizzata dal Pozzi, in attesa di esordire a Teramo con la sua nuova compagnia. Quando poi il Pozzi, finalmente, stava per cominciare le rappresentazioni a Teramo, al Teatro Corradi, era andato personalmente a Penne a prenderla, per accompagnare lei e il marito a Teramo. Ma anche il contratto con il Nicastro era del tutto regolare. Dunque, i coniugi Ceccoli avevano stipulato due contratti, entrambi validi, con due impresari diversi, le cui compagnie erano impegnate per lo stesso periodo e pressappoco per le stesse piaz-ze? C’era una clausola nel contratto con il Pozzi che concedeva la possibilità di lasciare temporaneamente la compagnia, lasciando però a proprie spese un sostituto, ma questa clausola riguardava solo il Ceccoli, non anche sua moglie. Però la clausola era inserita nel contratto con il Pozzi e non in quello con il Nicastro e la compagnia "abbandonata nottetempo" era stata quella del Nicastro, non quella del Pozzi.

     La lite giudiziaria fu intricata e complessa e lo diventò ancora di più quando Violante Dorelli accusò l’impresario Nicastro di essere di natura facinorosa. Minacciava sempre di ammazzare tutti e non la perdonava nemmeno a sua moglie, che era pure nella compagnia. Donna Violante si spinse tanto oltre nell’accusare il Nicastro da rivelare un particolare significativo: quando la compagnia aveva lasciato Napoli, la moglie del Nicastro aveva avuto una lite furibonda con il marito, al quale aveva dato in presenza di altri uno schiaffo e che aveva querelato con l’accusa di volerla ammazzare.

La decisione definitiva dell’autorità ribadì che Luigi Ceccoli aveva lasciato temporaneamente la Compagnia Pozzi partecipando alle recite della Compagnia Nicastro e che doveva restituirsi alla Compagnia Pozzi. Anche Violante restò con il Pozzi e fu l’indiscussa protagonista della stagione teatrale dei primi mesi del 1793.

     Le recite di "La virtuosa in Mergellina", una commedia in musica di Saverio Zilli, rappresentata per la prima volta al Teatro Nuovo di Napoli nel 1785, furono un successo continuo e il pubblico accorse sempre numeroso. Violante Dorelli impersonò Adalinda, canterina scaltra ed incostante, al centro di tutti gli intrighi e contesa da molti innamorati. Fu un trionfo notevole, nonostante il comportamento dell’impresario Pozzi, che a Teramo continuò a legare il suo nome a numerose liti e controversie giudiziarie.

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