TERENZIO - Socrate, buon giorno.
SOCRATE - Buona giornata a te, buon giovane, da dove vieni?
TERENZIO - Da Interamnia Urbs.
SOCRATE -Anche tu? Ma che vi è successo in quella città, che venite
tutti ad Atene?
TERENZIO – Socrate, è che da qualche tempo siamo molto confusi…
SOCRATE – E venite proprio ad Atene per risolvere la vostra
confusione? State freschi…
TERENZIO - Non veniamo ad Atene per la città. Veniamo ad Atene per
te, per un consiglio.
SOCRATE – E che consiglio posso darvi io, dopo la bella fine che ho
fatto?
TERENZIO – Socrate tu sei ritenuto ancora il più sapiente degli
uomini.
SOCRATE – Ma solo perché so di non sapere, cioè di essere il più
ignorante.
TERENZIO – Se davvero il non sapere significasse essere sapienti, io
sarei il più sapiente di tutti. Invece, purtroppo, tu fingi di essere
ignorante, ma sei sapiente; io non fingo di non sapere, proprio non so,
soprattutto non so come votare per le regionali nelle elezioni del prossimo
maggio.
SOCRATE – Come hai votato la volta scorsa?
TERENZIO – Ho votato Chiodi. Ma dopo quello che è successo
e le cose che si sono sapute che ha fatto e quelle che si è saputo che non
ha fatto, e la forte delusione che ho avuto, non intendo votarlo ancora.
SOCRATE – E allora non votarlo.
TERENZIO – Ma faccio bene o male a non rivotarlo?
SOCRATE – Dipende dalla tua delusione, da quanto è stata grande.
TERENZIO – E’ stata grandissima. Molte delle cose che aveva promesso
non le ha fatte. Molte delle cose che non aveva promesso le ha fatte, ma ha
fatto male a farle. Molte delle cose promesse e fatte si sono rivelate non
buone come lui prometteva che fossero, e molte delle cose non promesse, ma
fatte, si sono rivelate proprio pessime.
SOCRATE – Se è così non rivotarlo.
TERENZIO – Ma faccio bene o male a non rivotarlo?
SOCRATE – Ti ho già risposto che dipende dalla tua delusione, da
quanto è stata grande. Se dici che è stata grande, fai bene a non rivotarlo.
TERENZIO – Diciamo che è stata grande, ma non grandissima, quindi,
considerato le poche cose che ha fatto e che si sono rivelate buone… potrei
anche rivotarlo.
SOCRATE – Allora rivotalo.
TERENZIO – Però, sempre delusione è stata, Socrate, quindi…
SOCRATE – E allora non rivotarlo.
TERENZIO – Ecco, appunto. Non vorrei rivotarlo, anche perché mi punge
vaghezza di votare un altro candidato, che fa molte promesse e grandi.
SOCRATE – Allora vota lui.
TERENZIO – Si chiama D’Alfonso. E mentre Chiodi è di centro-destra,
lui è di centro-sinistra. Fa molte promesse, ma ha avuto anche lui qualche
guaio con i giudici…
SOCRATE – E chi non ha guai con i giudici? Ne ho avuti anche io.
TERENZIO – Lo so, lo so. I giudici, però, pare che D’Alfonso lo hanno
assolto dopo averlo accusato.
SOCRATE – Gli è andata bene. Io, dopo essere stato accusato, sono
stato condannato a morte.
TERENZIO – Lui no, è stato in parte assolto in parte prescritto. Però
le sue promesse mi convincono e non mi convincono.
SOCRATE – Ti convincono o non ti convincono? Come ha spiegato dopo di
me e meglio di me Aristotele, non si può contemporaneamente affermare una
cosa e il suo contrario.
TERENZIO – Mi convincono, mi
convincono…
SOCRATE – Allora votalo.
TERENZIO – Però non tutte mi convincono. Alcune no, non mi
convincono.
SOCRATE – Allora non votarlo.
TERENZIO – Per votarlo con convinzione, mi dovrebbero convincere
tutte.
SOCRATE – Mi pare evidente.
TERENZIO – Quindi, poiché non mi convincono tutte, faccio bene a non
votarlo.
SOCRATE – Fai bene, se non ti convincono tutte le sue promesse.
TERENZIO – Però se non voto D’Alfonso, rivince Chiodi, che mi ha
deluso e certamente tornerà a deludermi.
SOCRATE – Allora vota D’Alfonso.
TERENZIO - Se, però, voto D’Alfonso e vince lui e poi mi delude
anche lui?
SOCRATE – Se temi questo, vota
Chiodi.
TERENZIO – Socrate, non me la sento di votare né l’uno né l’altro.
SOCRATE – Non ci sono altri candidati fuorché questi due?
TERENZIO – Ci sono, ma mi paiono ancora meno convincenti di Chiodi e
D’Alfonso.
SOCRATE – Allora sei in un bel guaio, visto che vuoi evitare di
votare questi due e non vuoi votare nessun altro. Qualcuno dovrai votarlo.
TERENZIO – Beh, una soluzione ci sarebbe…
SOCRATE – Ecco, vedi? Una soluzione si trova sempre, quindi sei a
posto… Hai trovato anche tu una soluzione ad Atene. Adesso ti saluto, devo
fare. Sai, mi aspetta in piazza Alcibiade…
TERENZIO – Ah, è per questo che ti vedevo alquanto impaziente e
restio a darmi ascolto. Aspetta, Socrate. Sono un’ultima questione.
SOCRATE – Quale?
TERENZIO – Sai, è che non andare a votare, dicono che non sia etico,
che anche non votando si vota ugualmente, che non è bello non andare a
votare dopo che tanti sono morti per regalarci il diritto di votare e che
perciò votare non è solo un diritto, ma anche un dovere… Aspetta, Socrate,
fermati un momento, arresta il tuo passo, dimmi quello che pensi. Rinunciare
ad andare a votare e disertare i seggi è moralmente e civilmente lecito?
SOCRATE – Senti, ma tu stamattina proprio a
me devi rompere i coglioni? Lasciami la manica… vai a chiederlo a Protagora
o a Gorgia… loro sono sempre così felici di esprimere pareri e di spaccare i
capelli in quattro. E tu i capelli, per non dire un’altra cosa, li devi
rompere proprio a me?
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