Elso Simone Serpentini
 

 

Sedi elettorali: funghi o trappole?

 

BERARDO – Sei tu Socrate?

SOCRATE – E tu sei un altro che viene da Interamnia Urbs?

BERARDO – E tu come lo hai capito?

SOCRATE – Ormai tutti gli stranieri che si incontrano per Atene sono di quella città. Ma che ci venite a fare?

BERARDO – Per trovare la vera sapienza.…

SOCRATE – Mio caro, ormai anche ad Atene di vera sapienza ce n’è rimasta poca.

BERARDO – E come mai? Dove è andata a finire?

SOCRATE – Non hai sentito dire che ormai decide tutto l’Europa?

BERARDO – Io ti volevo parlare di un fenomeno che si verifica nella nostra città. E’ tutto uno spuntare di…

SOCRATE - …di funghi?

BERARDO – Spuntano come funghi, ma non sono funghi.

SOCRATE – E che saranno? Ho capito… siamo in primavera, saranno violette mammole.

BERARDO – Socrate, ti assicuro che sono tutt’altro che mammole quelle che si vedono spuntare a Teramo come funghi.

SOCRATE – E che saranno mai?

BERARDO – Sono sedi elettorali.

SOCRATE – Cosa? E che cosa sono le sedi elettorali? Appartengono al genere commestibile?

BERARDO – Se volessi fare una battuta… ti risponderei: in un certo senso. Perché hanno a che fare qualcosa con il mangiare, sia pure in senso lato.

SOCRATE – Dimmi che cosa sono, non fare come i sofisti della peggiore specie, che definiscono le cose dicendo non ciò che sono, ma ciò che non sono.

BERARDO – Sono dei locali dove i candidati alle elezioni collocano i loro uffici, per incontrare gli elettori e convincerli a votare per loro.

SOCRATE – E perché dici che hanno a che fare qualcosa con il mangiare? Forse in questi locali gli elettori confluiscono per mangiare.

BERARDO – In un certo senso. A parte che a volte davvero in quei locali si mangia, ma chi vi accorre, per promettere il proprio voto al candidato, molto spesso lo fa per la speranza di poter mangiare qualche cosa, in senso letterale e metaforico, ad elezione avvenuta, come compenso per il proprio voto.

SOCRATE – Che strana abitudine! E che strana aspirazione. Questi elettori scambiano il proprio voto con la promessa di mangiare?

BERARDO – E’ così. E infatti questo viene definito “voto di scambio”. E’ un reato.

SOCRATE – Se è un reato, certamente verrà perseguito dai giudici.

BERARDO – In teoria sì, ma in pratica è difficile provare il reato e, anche provato, difficilmente si arriva ad una condanna.

SOCRATE – A quanto pare, io faccio parte di quel ristretto numero di accusati che non sono riusciti a sfuggire alla condanna… e che condanna!

BERARDO – Di questo spuntare di sede elettorali, nessuno si meraviglia. Viene considerato un fenomeno naturale.

SOCRATE – Se ho ben capito, sono veri e propri uffici. Con tanto di telefono, scrivanie, stanze per ricevere, per riunioni.

BERARDO – Sì. Sono centrali operative per organizzare la campagna elettorale. Alle vetrine vengono messe delle foto gigantesche del candidato, con gli slogan e alcune indicazioni sul programma.

SOCRATE – Il programma di che cosa?

BERARDO – Il programma è l’elenco delle cose che il candidato farà se sarà eletto.

SOCRATE – E le farà, se sarà eletto?

BERARDO – No. E’ assai difficile che le farà.

SOCRATE – Allora, poiché chi non sarà eletto non potrà fare quello che elenca nel programma e non farà quello che hanno elencato loro nemmeno quelli che vengono eletti, perché fanno un programma?

BERARDO – Me lo chiedo anche io, ma non ho trovato una risposta. Forse perché un programma si deve fare per forza.

SOCRATE – Se ho capito bene, le sedi elettorali dei candidati che non saranno eletti saranno poi chiuse.

BERARDO – Non solo quelle. Anche quelle dei candidati eletti verranno smantellate.

SOCRATE – Dunque, si tratta di sedi provvisorie, destinate a durare per una breve stagione.

BERARDO  - Sì, solo per la stagione elettorale.

SOCRATE – Vedi, dunque, che non sono molto diverse dai funghi e dalle violette mammole, che anche loro durano una sola breve stagione. A proposito, fino a dove mi posso spingere in questo mio accostare queste sedi elettorali ai funghi? Ce ne sono anche di velenose, come i funghi?

BERARDO – Per la verità, Socrate, alcune sono davvero non commestibili, quanto al gusto e a digeribilità. Ma altre sono addirittura mortali, proprio come i funghi velenosi.

SOCRATE – Ma tu cosa volevi sapere da me su queste sedi elettorali? Perché hai voluto parlarmene? Ne sai più tu di me, quindi da me che cosa pensavi di sapere di più?

BERARDO – Tu hai subito evocato l’immagine dei funghi, Socrate. Io volevo sapere da te se, invece, queste sedi elettorali non ti sembravano, sul piano etico, quello sul quale sei maestro, quelle trappole per cinghiali che sui monti di Itaca piazza l’astuto Ulisse.

SOCRATE – Dicono che scavava delle buche nel terreno, che ricopriva di uno stato di foglie, e che poneva delle cose da mangiare che attirasse la voracità di quelle bestie, spinte così ad avanzare per mangiarle e a cadervi dentro, catturate e destinate alla macellazione.

BERARDO – Appunto. Queste sede elettorali, destinate a durare meno di un mese e ad essere smantellate subito dopo le elezioni, sia quelle di candidati non eletti che quelle di candidati eletti, non ti sembrano come queste buche, che sono tanto più pericolose per i cinghiali quanto più attraenti?

SOCRATE – Devo dirti di sì. Però non posso omettere di considerare che dei cinghiali quelli che più facilmente cadono nelle buche sono quelli meno accorti e più voraci.

BERARDO – Proprio come gli elettori, Socrate. Proprio come gli elettori. Durante le stagioni elettorali assai spesso si aprono delle trappole anche sotto i piedi di animali ben più grossi dei cinghiali. Poco fa, mentre ero al Pireo, mi hanno telefonato da Interamnia: in una buca assai profonda è caduto e rimasto intrappolato un vero rinoceronte, uno dei più dotati giornalisti della città. A nulla gli è valsa la protezione di Afrodite e qualche cacciatore, chissà da quale dio aiutato, è riuscito farlo cadere nella sua trappola.

                                                          

 

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