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(Senza pretesa di poesia)
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Teramo perduta
Più che a come sei, come saresti penso, a quel che fosti e non sei, come tu stessa vederti potresti come io, tuo figlio, ti vedrei,
s’altri non t’avessero sventrata, demolita, abbattuto le tue case, i palazzi e gli edifici, trasformata, umiliata, le tue bellezze rase
e l’antico per sempre cancellato in un anelito di fiera distruzione che in te ha per sempre camuffato
l’identità, lo spirito e la storia, resa plebea la tua popolazione cancellato i segni della gloria.
Io ti penso, mia Teramo perduta, qual tu fosti, quale non sei più. Compiango la sorte che hai avuta,
confronto il presente col passato e penso che da tempo non sei tu nel futuro che avrei per te sognato. |