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(Senza pretesa di poesia)
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Ti amo, Teramo perduta
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Ti amo, Teramo perduta, scomparsa,
avvolta nella nebbia dei ricordi, arsa
sulle pire di una colpevole insipienza,
tu che eri la città della sapienza.
Rue, slarghi, piazze e monumenti,
fontane, scorci e giardini ridenti,
voi non siete più che nel ricordo,
abbattuti da un furore cieco e sordo.
Non più il Teatro, tempio antico,
dell’arte nostra vanto e mito,
non più loggette sul perduto vico,
non più visioni di un paesaggio
che del nostro amato borgo avito
vediamo solo come in un miraggio.