Il 24 ottobre 1917 l'esercito austro-ungarico sfondò le linee italiane a Caporetto

e invase il Friuli e il Veneto. Quasi 250.000 civili fuggirono oltre il Piave

per scampare dai "tudesch". La maggior parte dei profughi erano donne,

vecchi e bambini. In assenza degli uomini, chiamati alla guerra, furono

le donne a guidare quell'enorme sfollamento: sotto la minaccia del

nemico alle porte decisero di abbandonare le loro case,

in una fuga disperata verso la salvezza.

 L'esodo verso sud portò molte di loro anche in Abruzzo.

 

La sera di Ferragosto del 1918, a Rosburgo, la profuga Anna Danelon,

sulle cui spalle gravava il peso di tutta la sua famiglia e che pensava di aver

trovato almeno l'amore in quella "nuova vita" fatta di stenti, andò incontro a un tragico destino. La sera del 10 novembre 1918 fu festa grande a Giulianova. L'armistizio segnava la fine della guerra; un gruppo di giovani amici decise di concludere in bellezza una serata passata a brindare di locanda in locanda e si avviò verso quella che tutti chiamavano "la casa delle profughe".

Uno di loro voleva portare una serenata sotto quelle finestre,

ma uno sparo spense nel buio il suono del suo organetto.

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