Un'antica leggenda dice che re Giovanni, partendo, lasciò ad Atri, in mezzo alla piazza del mercato, una campana. Chiunque avesse subito un torto avrebbe dovuto suonarla e il governatore avrebbe reso giustizia. La campana fu suonata sempre più spesso e gli offesi e gli ingiuriati ebbero sempre giustizia. Ma dopo molti anni arrivò un governatore che non accorse più a dare giustizia a chi suonava la campana, così gli atriani, visto che era inutile, presero a non suonarla più.

La campana rimase muta per anni e anni... Finché un giorno suonò nuovamente e chi accorse in piazza  si avvide che era stato un cavallo che tentava di mangiare i pampini che avvolgevano la corda della campana. Ma il cavallo era stato abbandonato da un cavaliere avaro e ingeneroso. Perciò si pensò che la campana fosse stata suonata volontariamente per riavere finalmente la giustizia.

Dal 1909 al 1925 ad Atri si ebbero non pochi omicidi, e i relativi processi individuarono e punirono i colpevoli. Ma sul più grave dei delitti, il delitto Scena, avvenuto nel lontano 1883,  non fu fatta mai piena luce e la campana di Atri fu suonata invano, perché nessuno mai fece vera giustizia, pur nella certezza che molti restassero impuniti.

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