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La sera di lunedì 13 marzo 1967 Santa Campanaro prepara il suo bicchiere di decotto con dentro la polverina datale dal “magarone” zio Michele di Montesilvano per curare alcuni suoi malesseri. Come al solito, ne beve la metà lasciando l’altra età per il mattino successivo, nello stesso bicchiere, accanto al fornello del gas. La mattina dopo beve l’atra metà, ma, quando l’ha già trangugiata avverte,oltre ad uno strano odore, un cattivo sapore. Chiama la figlia Gabriella e le fa annusare il bicchiere, poi la prega di correre subito dal farmacista Galli, che consiglia l’immediato ricovero in ospedale. Quando Gabriella torna, sa da un vicino che sua madre è all’ospedale, va e la trova morta.
L’inchiesta formula tre ipotesi: Incidente, suicidio o omicidio? Escluse le prime due, rimane la terza. Chi ha ucciso Santa Campanaro? Il marito Raffaele Montini, che proprio il giorno ha comperato al Consorzio Agrario una bottiglietta di Fostox E50, un potente anticrittogamico, mai trovata nel corso delle perquisizioni? Il processo al parathion sconvolge Giulianova. . |